Santena, la città di Carlo Broglia (1/4)
A cavaliere tra Cinquecento e Seicento, la terra santenese diede i natali a un figlio illuminato, pio e saggio: Carlo Broglia, nato il 16 settembre 1552 da Giovanni Antonio, signore di Santena, e da Giovannina Benso di Ponticelli. Sebbene i documenti attestino Chieri come luogo di nascita di Carlo, è evidente dai titoli nobiliari di entrambi i genitori che egli fu un figlio di Santena. Del resto, a conferma del fatto, va ricordato da un lato che la città divenne indipendente dal Comune di Chieri soltanto alcuni secoli più tardi; e dall’altro lato che lo stesso cognome Broglia risuona ancora nella toponomastica locale (si vedano le cascine Broglia e Broglietta e i relativi territori).
Dedicatosi allo studio e alla pratica della religione fin dalla giovinezza, avviato alla carriera ecclesiastica, divenne abate commendatario dell’abbazia di Fruttuaria tra il 1587 e il 1591. Nel novembre 1592 venne eletto arcivescovo di Torino e consacrato vescovo a Roma il giorno di Sant’Andrea. L’ingresso ufficiale in diocesi avvenne il 20 gennaio 1593.
Un arcivescovo riformatore
La situazione ecclesiastica e religiosa del Piemonte e della diocesi di Torino all’epoca era particolarmente difficile: decadenza religiosa e morale; povertà; fiscalismo ducale; guerre continue; epidemie ricorrenti; dilagare del protestantesimo furono le coordinate entro la quali si ritrovò ad esercitare il suo ministero episcopale il neo eletto monsignor Broglia. Nonostante le complesse difficoltà, il nuovo arcivescovo intraprese l’opera di riforma, secondo i dettami del recente Concilio di Trento, con convinzione e decisione. E i risultati non mancarono.
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