San Lorenzo: cosa conta davvero per Santena? L’omelia del parroco
Pubblichiamo il testo integrale dell’omelia tenuta dal parroco, don Nino Olivero, alla S. Messa della festa patronale cittadina di San Lorenzo il 10 agosto 2015.
«Per me quello di quest’anno è un San Lorenzo un po’ particolare. Voi sapete che il vescovo ha chiesto, a me a e don Martino, di “andare a cantare in un altro cortile”, per dirla in un modo un po’ scherzoso, che però non nasconde una certa sofferenza… e voi mi capite. Ma non è di questo che voglio parlarvi, avremo ancora altre occasioni per salutarci.
Siamo qui per la festa di San Lorenzo, che è il patrono della nostra città e celebriamo questa eucaristia per ringraziare il Signore per questo diacono e martire. Lorenzo, dice la sua storia, non ha ceduto agli ordini dell’imperatore Valeriano, che aveva confiscato i beni della Chiesa, pena la morte. E allora San Lorenzo, che era il capo dei diaconi e che teneva la cassa per aiutare i poveri, che cosa fa? Ce lo racconta Sant’Ambrogio: consegna tutto ai poveri, li raduna e li presenta all’imperatore dicendo: “Ecco, questi sono i tesori della Chiesa”.
I poveri sono i tesori della Chiesa. Noi oggi ci domandiamo che attualità può avere la vicenda di un martire che, nel nome di Gesù, ha rifiutato di consegnare all’imperatore i beni della Chiesa e li ha donati tutti ai poveri. In che modo la sua morte atroce – lui è stato “arrostito” sulla graticola – può essere di esempio e di testimonianza per noi, cristiani di oggi. La testimonianza di fede di San Lorenzo si ripete anche ai giorni nostri. Quanti cristiani, oggi, nel mondo, proprio per la loro fede, sono uccisi, torturati, bruciati vivi ecc. E San Lorenzo ci dice che nella Chiesa ogni bene terreno deve essere destinato ai poveri. Perché i poveri sono il vero tesoro della Chiesa. E quante situazioni di povertà, di dolore e di sofferenza vediamo intorno a noi, anche nella nostra comunità. Ringraziando il cielo noi che siamo qui stiamo tutti abbastanza bene, non abbiamo gravi problemi, ma se ci guardiamo un po’ intorno ci accorgiamo di questo. Basta venire un giovedì mattina, quando ci sono i volontari della Caritas che fanno un po’ di ascolto in ufficio parrocchiale. Quante persone che passano e vengono.
San Lorenzo ha un’importanza per noi, oggi, anche per la nostra città. Perché ci dice che dobbiamo guardare a lui, al suo esempio, alla sua testimonianza e alla testimonianza di tanti cristiani, se vogliamo vivere in pieno la nostra fede. San Lorenzo ci dice che quando la verità è annunciata anche i potenti della Terra sono richiamati al loro compito di essere al servizio di tutti, per costruire la pace, la giustizia, nella libertà, per il bene comune.
San Lorenzo dice a voi amministratori – perché è il vostro patrono – e a tutti noi cittadini: “Il futuro della nostra città, di Santena, è nelle vostre mani”. E allora tocca a tutti noi darci da fare, rimboccarsi le maniche per lavorare a fondo, a tutti i livelli. Sia come comunità cristiana sia come comunità civile.
Il parroco, i sindaci cambiano, passano, ma i fedeli rimangono. La comunità rimane ed è questa che noi dobbiamo costruire. Dobbiamo essere segno e testimonianza, perché chi vede noi deve vedere l’immagine di Gesù. Dobbiamo essere persone che si vogliono bene. Che lavorano insieme. Che condividono quello che hanno. Che si danno da fare per i poveri… Uno degli obiettivi verso i quali deve tendere l’impegno di tutti quanti, e del quale continuamente si parla, è costruire progresso, rilancio, occupazione, lavoro, sviluppo… Costruire quello che noi chiamiamo il bene-essere. Che non è dato soltanto dalle cose materiali, ma da una migliore qualità della nostra vita. Una migliore qualità della vita delle persone. Un bene-essere, cioè uno star bene, soprattutto dentro di noi, per cui noi siamo soddisfatti della nostra vita e di quello che facciamo.
E allora mi permetto di rivolgere, prima di tutto a me e poi anche a voi, alcune domande, perché insieme possiamo riflettere e pregare, perché abbiamo il coraggio di fare anche scelte giuste per capire ciò che conta veramente, ciò che è più importante e indispensabile per noi. Io mi domando: si può star bene se la persona non è in pace con se stessa e con le persone che le stanno attorno? Ancora: si può stare bene se manca il lavoro, la casa, un minimo di sicurezza per il futuro? Si può stare bene se la famiglia, purtroppo, si sfascia e i figli non hanno più il riferimento dei genitori? Ancora: si può stare bene se uno ha paura a uscire la sera o non è tranquillo neanche in casa sua? E potremo ancora continuare a fare tanti esempi.
Sono domande che San Lorenzo oggi pone innanzitutto a me, come responsabile della comunità cristiana, non per sottolineare solo quello che non va, ma anche – e devo riconoscerlo pubblicamente –, anche per ringraziare la buona volontà e il lavoro onesto e sincero di tante persone, a ogni livello, nella nostra comunità di Santena. Il Signore Gesù, attraverso la testimonianza di San Lorenzo, ci pungola un po’ tutti, perché passiamo dalle parole – e ne facciamo sempre tante – ai fatti. E allora chiediamo, in preghiera, al nostro Santo patrono quella sapienza necessaria per costruire davvero il vero benessere della nostra città che si realizza soltanto con il contributo costruttivo e positivo di tutti, con la collaborazione e la condivisione di tutti quanti. E allora diciamo: San Lorenzo prega, per noi.
A tutti quanti, buona festa di San Lorenzo».
don Nino