Rio 2013: ma allora questi giovani cattolici ci sono!
Rio de Janeiro, 23 luglio – Prima di partire, in molti mi hanno manifestato il desiderio di sentire il racconto di quanto avrei vissuto alla GMG qui a Rio. Allora, tra una connessione di fortuna a Internet e l’altra, approfitto della tecnologia per un racconto quasi in presa diretta.
Questa è per me una GMG “anomala”. Sì, perché è la prima volta che partecipo senza stare insieme ad un gruppo di giovani. A Rio sono l’accompagnatore dell’Arcivescovo Nosiglia e basta. Niente neanche “doppi ruoli”. Insieme ad uno sparuto numero di altri preti e ad alcuni incaricati della Cei, sono compagno di viaggio dei vescovi italiani che sono venuti in Brasile. I ragazzi della diocesi di Torino, che sono qui alla GMG, sono alloggiati altrove. Per ora, sto percependo l’evento attraverso il filtro dei vescovi catechisti, cioè i prelati che terranno i momenti di formazione per gli italiani nelle prime tre mattinate dei giorni di Rio.
Stamattina, dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani e Arcivescovo di Genova, in una riunione per la preparazione delle catechesi ai giovani, mi è venuto lo spunto per una riflessione che sa di invito. “I giovani vogliono bene ai vescovi e alla Chiesa – ha commentato il cardinale. – E non è vero che non ci sono e non si fanno sentire”. Credo che sia vero. Il problema dei giovani credenti è che noi adulti gli abbiamo tarpato le ali con una generazione (o forse più) di discorsi e di convinzioni sulla privatezza del fatto credente: credere è una questione personale, che non riguarda la sfera pubblica di ciò che si fa e dice. Sbagliato. I cristiani devono poter essere liberi di esprimere e manifestare la propria fede. E devono volerlo. Un po’ come accade alle GMG, quando tutti in strada urlano e cantano: “Viva il Papa”, “Questa è la gioventù del Papa”… Coraggio, ragazzi: dite che è bello essere cristiani; dite che volete bene a Gesù, al Papa, alla Chiesa; ditelo con le vostre scelte di ogni giorno. Coraggio, avanti!
don Mauro
Bello!
GIà, dirlo con le scelte di ogni giorno
È questa la grande sfida. E non ti credere: lo è per me prete per primo…