Pilone di Brin

E’ uso corrente denominare piloni le piccole edicole o i tabernacoli contenenti immagini sacre posti nelle campagne dei paesi o in prossimità dei centri abitati. Sono detti “piliun” in dialetto tipicamente santenese, “pilon” in lingua piemontese.

Uno dei più antichi è il Pilone di Brin, il quale sorge vicino al confine tra il territorio di Santena e quello di Villastellone, sul ciglio della strada vicinale “In mezzo alle vie”.  Tale strada inizia al termine di via Berrino, costeggia il lato est del Cimitero, attraversa la circonvallazione e tende a Villastellone.

PILONE DI BRIN

E’ costruito in mattoni intonacato, con pareti piane, copertura in lastre di pietra a due spioventi e una porta frontale a sbarre di ferro. Sul Foglio 68 della Carta d’Italia dell’Istituto Geografico Militare rilevata nel 1880, compare con la denominazione Pilone di Berrino.

Questa piccola cappella conosciuta come “piliun de la rufa”, era in passato meta di mamme che per nove giorni consecutivi recitando una decina del Santo Rosario, vi portavano come in pellegrinaggio i figli affetti da crosta lattea, conosciuta appunto come “rufa”. Come segno tangibile lasciavano poi nel pilone una cuffietta o altro indumento dei bambini.

Su questo tempietto il trascorrere del tempo aveva lasciato pesanti segni di degrado sia all’esterno che all’interno, e a ottobre del 2019, Ernesto Dorato, proprietario del sito dove sorge, insieme a una squadra di volontari ne hanno iniziato il restauro. Tosco Roberto usando i materiali offerti da Giovanni Bechis ha restaurato tutto l’esterno, Franco Negro ha dipinto le pareti interne e le cornici raffigurando le immagini della Madonna e dei santi detti prima, Cristina Cavaglià ha restaurato le pitture dei medaglioni, don Giovanni Griva ha provveduto alla tinteggiatura esterna. Il 27 maggio 2020, presenti i restauratori e altre persone intervenute, il pilone è stato simbolicamente inaugurato. Presenti il priore don Beppe Zorzan e don Giovanni Griva per la rituale benedizione.

Carlo Smeriglio