Pilone delle anime del Purgatorio

È situato all’angolo di via Torino con via Genova, prima del 1925 era via del Pilone.

È una edicola a forma quadrata, di pregevole fattura, con il tetto a due spioventi sormontati da una croce con raggi in ferro battuto. Sulla facciata in alto un timpano, una pensilina sorretta da elementi in ferro battuto posta sopra l’ingresso. La porta d’ingresso e la lunetta sovrastante sono in ferro, provviste entrambe di vetro.  All’esterno, sul lato destro, una nicchia protetta da una grata metallica ha sul fondo un pannello dipinto con l’immagine di San Francesco d’Assisi. Uguale nicchia sul lato sinistro, nella quale è dipinta la figura di San Giovanni Battista. Sul davanti, a lato della porta, una piccola lapide con scritto “Elemosina per suffragare le Anime Purganti”, e sotto ad essa la feritoia di una bussola per accogliere queste offerte.

PILONE DELLE ANIME DEL PURGATORIO

L’interno è decorato. La parete di fondo, sulla parte superiore, presenta un dipinto raffigurante la Madonna con il Cristo deposto dalla Croce, e in quella inferiore, forse un tempo erano raffigurate le Anime del Purgatorio. Potrebbe essere questo il motivo per essere conosciuto come Pilone della Anime.  Sulla parete interna destra è dipinta l’immagine di San Lorenzo, il Patrono della nostra città, e su quella sinistra un dipinto in cui si può ravvisare San Barnaba, altro santo venerato dai santenesi.

Presenti all’interno degli ex voto, fiori, lumini e due lampade sempre accese. Un tempo, questo pilone era quasi solitario in quel punto, posto quasi sulla sponda del Santenassa, e la zona circostante era indicata come “el pigliun”. Si festeggiava la Madonna Addolorata nel mese di settembre. Era anche il punto di ritrovo dei santenesi commercianti di asparagi, dal quale essi partivano durante la notte con carri e cavalli alla volta dei mercati di Torino, e molti mettevano una moneta nella bussola delle offerte.

La proprietà è della famiglia Mosso, costruito dal bisnonno di Marcello in memoria del figlio Luigi morto nel seminario di Valdocco nel 1875 per tubercolosi, e come molti altri segni sacri presenti sul nostro territorio, anche questo fa parte della storia del nostro paese, quindi un segno da conservare per le generazioni future.

Carlo Smeriglio