La Parola della festa: “Re”
La festa di oggi, domenica di “Cristo Re”, va capita bene, perché siamo tutti abituati a vedere il re come un capo, potente, ricco e padrone di tutti. Mentre il regno di Gesù è tutta un’altra cosa.
Il Vangelo ci fa contemplare una scena che richiederebbe un grande silenzio: Gesù Crocifisso. Certamente, Maria e il gruppetto insieme a lei vedevano in Gesù qualcosa di grande, che gli altri non vedevano o non volevano vedere: la divina e sovrana superiorità di Gesù.
Tanti hanno suggerito a Gesù di salvarsi e di dar prova della sua superiorità, persino il demonio ha tentato Gesù di far vedere la sua potenza. Sotto la croce poi i sacerdoti, i soldati, i malfattori: «Salva te stesso». Questa è l’idea del mondo: il re è colui che salva se stesso, anche a scapito di tutti. Ma Gesù, come vero re, non la pensava così: Lui era venuto per servire e salvare tutti. Questo vuol dire essere Re!
A qualcun altro possiamo dire: «Lasciami in pace, vattene!»; ma a Dio, di cui siamo creature e figli, non possiamo parlare così. Quando io sono arrogante, Egli può dirmi: «Impara da me che sono mite ed umile di cuore»; ed ha tutti i diritti di dirmelo, perché mi ha fatto Lui e sono suo. Quando sono egoista, Egli può dirmi: «Ama il tuo prossimo e dona generosamente, come ho fatto io». Quando sono impuro e peccatore, Egli può dirmi: «Sii puro di cuore».
Immedesimiamoci allora nel buon ladrone, il quale riesce a capire chi era Gesù, la sua immensa superiorità e santità, talmente grande da sapersi assumere dentro di sé anche la miseria di un peccatore. È talmente Signore e re, che può ricostruire un malfattore dalla testa ai piedi e santificarlo. Talmente Signore, che può prendere in sé l’orrore di tutta una vita sbagliata e farla degna del Paradiso.
Chiediamo allora a Gesù che, come Re e sovrano, entri nel nostro cuore, porti luce e salvezza dentro di noi, purifichi tutto, anche dove c’è più marciume, e ci aiuti a santificarci, Egli che solo può farlo, perché Egli solo è il nostro Salvatore, l’unico e vero nostro Re.
don Lio de Angelis