La Parola della festa: “Misericordia”
La seconda domenica di Pasqua è la domenica della Misericordia. Gesù era comparso agli apostoli la sera di Pasqua. Tommaso non c’era e alla gioia e testimonianza degli altri di aver visto Gesù, risponde: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.
Gesù ritorna e non rimprovera nulla a Tommaso, gli dice anzi: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”. Come se nulla fosse stato, saluta gli apostoli col sorriso e addirittura conferisce loro il potere di rimettere i peccati. Gesù conosce molto bene la nostra debolezza e incapacità di credere e anche con noi usa sempre la sua misericordia. Tommaso è stato completamente perdonato, ha ricevuto anche lui lo Spirito santo, e, come gli altri apostoli, è stato un grande evangelizzatore e ha concluso la sua vita col martirio.
Non posso fare a meno, visto che è la giornata della Misericordia divina, di pensare ad un altro apostolo, Giuda, che ha tradito Gesù. Certo è stato un grosso peccato, ma il guaio è che, dopo, non ha creduto alla misericordia di Gesù come Pietro, non ha avuto il coraggio di andare a piangere sulla spalla di Gesù. Ha pensato che il suo peccato fosse imperdonabile. Ha purtroppo seguito il metodo che usa Satana: prima ti fa compiere il peccato, come roba da niente, e poi ti fa credere che per te non c’è più speranza e ti rende disperato. Se Giuda avesse fatto come Pietro o Tommaso, a quest’ora avremmo un santo apostolo in più. Con tutto ciò, speriamo sempre che la Divina Misericordia sia riuscita a trovare un minimo di pentimento anche in lui.
Questo vale pure per noi. Non c’è nessun peccato imperdonabile, se c’è il pentimento, perché la Misericordia Divina è più grande di qualsiasi peccato, anche quello di Giuda. Però ci ricorda: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”. E questi siamo proprio noi.
don Lio de Angelis