La Parola della festa: “Messia”

La domenica delle Palme, un po’ per fede, un po’ per scaramanzia, ci portiamo tutti a casa un rametto di olivo. È una festa un po’ strana, perché, oggi grande festa e domani inizia la Settimana Santa, della Passione di Gesù. Perché Gesù ha voluto che la gente lo festeggiasse?

Entra infatti in Gerusalemme come un trionfatore, lascia che la gente lo riconosca come Messia, anche se per loro deve essere un messia politico e guerriero, seppur cavalchi non un bel cavallo, ma un asinello. La gente, pecorona come sempre, per un momento lo riconosce Messia e Salvatore, ma sarà la stessa gente che, fra qualche giorno, al comando dei farisei, griderà forte a Pilato: “Crocifiggilo”.

Oggi è il trionfo dell’amore totale su un odio pure straordinario e inspiegabile. È Gesù che, passando in mezzo alla gente osannante, dice: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. È il trionfo della perfetta obbedienza al Padre sulle nostre così grandi e facili disobbedienze. Gesù dice: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. È il trionfo della condivisione con la nostra miseria umana che è portata all’egoismo ed alla ostilità. Gesù dice: “Oggi sarai con me in Paradiso”.

Qualcuno si può chiedere: come mai Dio ha voluto la morte di suo Figlio? Ricordiamoci bene che la Passione e la morte di Gesù è stata decisa dagli uomini contro il volere di Dio, perché è il risultato del rifiuto della sua proposta, che era una proposta di conversione, di rinnovamento della religiosità del suo tempo.

La sua proposta non è stata accolta, è stata rifiutata, e il rifiuto si è concretizzato nella condanna a morte di Gesù. Ecco il trionfo del Signore che stiamo per rievocare. E siccome Gesù è morto per noi, la lettura della passione di Gesù ci pone una grande domanda: “Questo è quello che ho fatto e rifarei di nuovo per voi, perché vi voglio bene. E voi, e tu, che cosa sei disposto a fare per me?”

don Lio de Angelis

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