La Parola della festa: “Fede”
Il dono più grande che un uomo possa ricevere nella sua vita è la Fede. Avere fede “come un granellino di senapa” basterebbe per compiere miracoli, ci dice Gesù.
Fede non vuol dire solo: “Credo”. Non è una sfilza di verità da credere. Non è fare delle cose, ricevere i sacramenti, Matrimonio, Cresima, Eucarestia, accendere candele, dire delle preghiere, venire alla Messa, dirsi cristiani, essere devoti di santi, credere nel Papa, non avere dubbi. Queste sono solo le conseguenze della fede.
La società moderna si sta emancipando, cioè liberando dal problema religioso: non è che sparisca la religione, ma è diventata una cosa molto personale e facoltativa: “Credo se mi va, se mi piace, se mi interessa”, ma c’è Dio? Sta diventando frammentaria, caotica, parziale, non desiderabile, e talvolta quasi un peso, odiosa perché sembra un ostacolo per la nostra libertà. Nei paesi più evoluti, dove si è rifiutata la fede, dovrebbero essere tutti felici e invece troviamo il più alto numero di alcolizzati e di suicidi. Perché dentro ogni uomo c’è sete di Eternità.
Si ha la fede quando si aderisce a Cristo, si è attaccati a Lui come due amanti, quando ci rendiamo conto che Gesù è una persona viva che devo amare, quindi pensare come Lui, imitare i suoi gesti, trattare il Padre e i fratelli come li trattava Lui. Più faccio questo più ho fede e sono credente.
La fede è una virtù teologale, che cioè solo Dio può darci, e non possiamo procurarcela da soli, perché il peccato originale ce l’ha strappata, e siamo rimasti come un uccello senza ali. Un uomo senza fede è come una bella Ferrari senza motore e senza benzina!
E poi, ricordiamoci che la fede si impara e la si ottiene in ginocchio, cioè nella preghiera.
don Lio De Angelis