La Parola della festa: “Discepoli si diventa”
Oggi il Vangelo ci presenta Gesù veramente deciso ad andare a Gerusalemme incontro alla sua Passione, per fare la volontà del Padre. Lungo la strada gli vengono incontro tre persone.
– Il primo gli dice: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli risponde: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». Per essere suoi discepoli non è sufficiente il desiderio, perché bisogna seguire il Signore per la via stretta, passo dopo passo, ogni giorno, fino in fondo, ed è cosa difficile. Comporta accettare ogni rinunzia al male.
– A un altro dice: «Seguimi». E costui risponde: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replica: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Il discepolo che segue il Signore della vita, deve ridimensionare anche i rapporti famigliari, nella logica del Vangelo, sapendo che anche l’amore più assoluto, più intenso è sempre e solo penultimo rispetto alla totalità assoluta di Dio. Tutto, davanti a Dio, diventa secondario, anche l’amore umano. «Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me», ha detto un’altra volta lo stesso Gesù. Inquietante, vero?
– Un altro dice: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli risponde: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Prendere in mano l’aratro significa decidersi in un modo totale, definitivo.
Congedarsi da quelli di casa significava prima sistemare gli affari, risolvere questioni in sospeso, provvedere al futuro dei familiari. Insomma comportava il dilazionare la decisione, dando la precedenza alle questioni terrene, mentre Gesù vuole anzitutto affermare il primato di Dio; niente e nessuno è più importante di Lui. La professione di fede cristiana non è a tempo determinato, né si cambia a piacimento con altre scelte a seconda delle convenienze del momento. Decidersi per il Signore vuol dire tagliare via ciò che può essere di ostacolo per seguire Lui; questo il nostro amico l’ha capito. Solo che non è ben deciso. Forse vuole regolare i suoi affari in modo da mettersi al sicuro per il futuro. E questo il Signore non lo accetta.
Occorre fidarsi di Dio. Siamo troppo abituati a vedere i cristiani prendere e lasciare il messaggio evangelico, con tanta leggerezza. Bisogna avere il coraggio di essere dei discepoli che camminano sui propri passi, sicuri di trovare, oltre il cammino duro e pietroso, la felicità della vera vita.
don Lio de Angelis