La Parola della festa: “Avvento”
Inizia l’Avvento, che vuol dire ricordo della prima venuta di Gesù, ma anche “attesa” della sua ultima venuta, ed è l’occasione buona per riprendere coscienza del “tempo” che il cristiano vive come momento di grazia, cioè tempo favorevole e utile per orientare la propria vita verso Dio.
È venuto 2000 anni fa, ma il suo popolo non l’ha riconosciuto e quindi non l’ha accolto. Da allora continua a invitare tutti a vivere di Dio e con Dio, e aspetta la nostra risposta perché ci decidiamo a seguirlo. Naturalmente alla fine della nostra vita ci sarà il giudizio personale sul come l’abbiamo seguito.
L’invito essenziale è «Vegliate in attesa. Vegliate perché non sapete quando il Signore verrà». È un invito inquietante, pieno di mistero, perché noi siamo abituati ad attendere sapendo bene chi deve arrivare e quando. Oggi, quanta gente si preoccupa solo delle cose della terra e non si preoccupa affatto di cosa ci sarà dopo questa vita e vive come se con la morte finisse tutto.
Quante attese sbagliate e inutili facciamo: di cose che non valgono, che passano presto, che ci fanno anche del male. «Vegliate dunque»: dobbiamo desiderare questa sua venuta, aspettarla con amore, preoccuparci di essere pronti, renderci disponibili, lasciarci coinvolgere, in ogni momento della nostra vita.
Dio è paragonato ad un ladro, solo perché viene senza avvisarci, ma noi sappiamo che è un Padre, un fratello, uno sposo, un amico che ci ama immensamente, da cui non abbiamo nulla da temere, ma solo dobbiamo da Lui aspettarci gioia e felicità eterna. Vigiliamo sul nostro cuore perché non si riempia di cose inutili, futili, dannose.
L’Avvento ci sprona a fermarci un poco, a riflettere verso quale direzione è orientata la nostra vita, a mettere un po’ di ordine nella nostra coscienza. Quindi: preghiera personale e comunitaria, lettura della Parola di Dio, partecipazione alle iniziative parrocchiali, sotto la protezione e la guida della Madonna. Lei che ha donato Gesù al mondo, non aspetta altro.
d. Lio de Angelis