Indulgenza plenaria per i defunti
I peccati non solo distruggono o feriscono la comunione con Dio e ci escludono dalla vita eterna (colpa), ma compromettono anche l’equilibrio interiore della persona e il suo ordinato rapporto con le creature. Per un risanamento totale, non bastano il pentimento e la remissione della colpa con la Confessione, ma anche la riparazione del disordine provocato che deve essere espiato (pena) o sulla terra con preghiera, penitenze e opere di pietà volontarie, o in Purgatorio. Mentre con la Confessione cancelliamo la colpa, ma non la pena, l’indulgenza plenaria rimette da sola tutta la pena.
Si concede l’indulgenza plenaria, applicabile soltanto alle anime dei defunti e lucrabile una sola volta all’anno, al fedele che presenta le seguenti condizioni:
- essere battezzato e non scomunicato;
- avere l’intenzione di ottenere l’indulgenza;
- conversione del cuore ed esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale;
- Confessione sacramentale;
- partecipare alla S. Messa e Comunione eucaristica;
- dal 1° all’8 novembre visitare il cimitero e, durante la visita, pregare, anche solo mentalmente, per i defunti;
- da mezzogiorno del 1° a tutto il 2 novembre visitare una chiesa e, durante la visita,
- rinnovare la professione di fede, mediante la recita del Credo (per riaffermare la tua identità cristiana);
- recitare il Padre nostro (per riaffermare la tua identità di figlio di Dio, ricevuta nel Battesimo);
- pregare secondo l’intenzione del Papa, per riaffermare la tua appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice (Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre o altra preghiera).