Il cronista sportivo Carlo Nesti: «Campioni a Medjugorie»

Carlo Nesti, cronista sportivo Rai

Nella Bibbia, Dio incontra Satana, che manifesta una convinzione: la Fede di Giobbe, suo fedele esemplare, non è sincera e disinteressata, bensì legata alla “retribuzione terrena”. Se non avesse ricevuto tutta la ricchezza, che ha, l’atteggiamento sarebbe, sicuramente, meno mansueto e irreprensibile.

Dio accetta la sfida: Giobbe si trova davanti al rovesciamento totale della situazione. Vengono uccisi figli, servi e bestiame, e vengono distrutte le proprietà. Insomma: l’azzeramento materiale e affettivo. Resta la salute? No: perde anche quella, assalito da una terribile malattia. Gli viene risparmiata solo la morte.

Inizialmente, il malcapitato soffre in silenzio. Però, all’arrivo di tre “amici”, Elifaz, Bildad e Sofar, crolla: “… dove mai si son visti i giusti sterminati?” (Gb 4,7). Il trio, sulla base della teoria della “retribuzione”, è convinto che ciò sia accaduto come conseguenza del peccato, ma Giobbe non ha peccato! Dopo 38 capitoli, accade quello che lo sventurato desiderava: Dio appare e risponde. Attenzione: non lo accusa affatto per colpe mai commesse. Lo accusa per la pretesa di entrare nel mistero dell’“Immensità”, come se pure lui fosse Dio: “… hai passeggiato sul fondo dell’abisso?” (Gb 38,16).

Recentemente, su “La Gazzetta dello Sport”, ho letto di Buffon, ma anche di Balbo, Bossini, Chiellini, Conte, Felugo, Ghirardi, Mancini, Mihajlovic e Percassi: tutti a Medjugorje. Bello che i campioni diano l’esempio! Pregare la Madonna per ricevere il gaudio di una vittoria. Ma occhio a non fraintendere… Al di là dell’aspetto “miracolistico” di certi contatti ravvicinati, non dimentichiamo che la vittoria dà gioia a chi vince, ma è dolore per chi perde. Chiedere non è un peccato, ma sarebbe stupendo, spesso, pregare non per ottenere qualcosa di nuovo, ma per ringraziare di ciò, che già si possiede.

È Gesù a insegnarci che la vera “retribuzione”, per quanto facciamo, è collocata dopo la morte. E sarà Gesù a dare proprio alla sofferenza, con le Beatitudini, un valore tale da portare in Paradiso. “Guai a voi che adesso siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete tristi e piangerete” (Lc 6,25).

Carlo Nesti

(Tratto da Nesti Channel)

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