Campi estivi, un tempo privilegiato

I ragazzi delle superiori al rifugio Tournalin (2.600 metri slm)

Bandiera a scacchi per i campi estivi anche quest’anno, ma con molti motivi di gioia per guardare alla conclusione della corsa estiva dello Spirito. Tre settimane intense, durante le quali si sono avvicendati presso la casalpina parrocchiale “La Ciamusira” di Brusson (AO) rispettivamente i bambini delle elementari, i preadolescenti delle medie e i giovani delle superiori, per 130 presenze complessive e 17 tra educatori, animatori e seminaristi coinvolti, hanno visto un’ottima riuscita della consueta proposta annuale dei campi estivi.

Anzitutto, la continuità. L’esperienza estiva non è avulsa dal resto del cammino svolto dai gruppi formativi durante l’anno. Pertanto, chi segue con una certa fedeltà gli uni e gli altri, trae i maggiori benefici. L’esperienza forte dei campi estivi, tuttavia, funge da volano per dare slancio a chi magari, per ragioni diverse, si affaccia o riaffaccia sulle proposte formative parrocchiale. Infatti, sono molti i bambini e i ragazzini che a partire dai campi estivi si avvicinano all’esperienza bella dello stare insieme ai propri amici riscoprendo l’amico che conta di più: Gesù. Ancora una volta, anche quest’anno, sono molti i partecipanti che si sono iscritti ai campi perché invitati dai loro amici che, l’anno passato, avevano “provato” a farlo e ne erano rimasti contenti. L’intera équipe educante resta convinta che questo accade quando si lascia a Gesù lo spazio di parlare e allo Spirito Santo quello per agire. I campi non sono solo vacanza e intrattenimento, ma anche questo. Sono però anzitutto un tempo privilegiato di crescita, formazione, incontri veri.

In secondo luogo, l’apertura e disponibilità dei ragazzi. In un crescendo che negli ultimi anni è stato palpabile e riscontrabile, i partecipanti ai campi di tutte le età stanno dimostrando grande apertura di credito nei confronti della proposta formativa loro offerta e di educatori e animatori. In particolare, in quest’anno 2011 il campo medie è stato significativo in tal senso: oltre alla voglia di divertirsi e di stare insieme, che contraddistingue questa fascia d’età, i ragazzi si sono dimostrati interessati alle attività e assai partecipi. Clima non comune e per il quale c’è da ringraziare il buon Dio e il soffio del suo Spirito su queste anime belle e in crescita. E merito dell’operato degli educatori e seminaristi.

Ancora, l’impegno profuso dall’équipe formatrice. I quattro animatori del campo elementari, i sei del campo medie e i due educatori del campo superiori hanno dato fondo alle loro risorse, ciascuno secondo le proprie capacità e i propri talenti, restituendo a bambini e ragazzi la possibilità di fare un’esperienza formativa e umana qualificata. E puntando sempre, con l’aiuto a loro volta dei loro formatori, a rendere questa stessa un’esperienza cristiana di preghiera e ascolto del Signore.

Infine, la presenza dei seminaristi e dei preti della parrocchia. I seminaristi che da due anni stanno facendo esperienza pastorale a Santena, Iosif Patrascan e Giuliano Naso, hanno reso un ottimo servizio alla parrocchia nel seguire e coordinare la preparazione dei campi, con la loro preghiera e con competenza, impegno e fedeltà alla Parola di Dio e al Magistero della Chiesa. Insieme a loro, a Brusson hanno fatto la loro prima esperienza di incontro e conoscenza con la realtà della parrocchia i due nuovi seminaristi, che da settembre subentreranno in servizio: Giuseppe De Stefano ed Enrico Griffa. A loro il benvenuto e la gratitudine per l’essersi lasciati mettere in gioco e coinvolgere dai ragazzi. Infine, don Nino e don Mauro hanno garantito la presenza costante di un sacerdote ai campi, alternando la loro presenza. Un grazie particolare va a don Nino, che è stato a Brusson nei giorni feriali e si è accollato tutti gli impegni domenicali a Santena, per consentire a don Mauro di essere in casalpina al sabato e domenica, essendo quest’anno il vice parroco impegnato presso la segreteria dell’Arcivescovo nel resto della settimana. Fondamentale è stato l’aiuto garantito da don Lio De Angelis e da don Giovanni Griva per le Messe feriali e i funerali in parrocchia.

Da ultimo, ma non ultimo, il consueto grazie alle famiglie che condividono e credono al progetto formativo cristiano e umano parrocchiale. Grazie ai genitori, che con sforzo, anche economico, sostengono il desiderio dei figli di partecipare ai campi: senza questo appoggio, non sarebbe possibile realizzare un’esperienza così bella. Che, come è stato scritto da una mamma altrove, «non ha prezzo». Un valore che è testimoniato dalle lacrime di commozione che, intorno al falò, alla fine di ogni campo, rigano il volto dei ragazzi. Segno che qualcosa di grande è stato costruito. E che è possibile solo in Gesù, centro di tutto questo operare.

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