Anno nuovo, vita nuova… ma per chi?

È pur sempre un amico, l’anno che se ne va, che ci ha fatto compagnia, nella buona come nella cattiva sorte…! Al di là del fatto che il capodanno nostro è una semplice convenzione,  perché gli ebrei  e i cinesi  lo festeggiano in altre date.

A guardarci indietro, abbiamo vissuto esperienze belle, ma a dire  il vero, non tutte.  Ci sono state guerre, una peggiore dell’altra i cui echi risuoneranno ancora nell’anno nuovo, più dei botti che abbiamo sentito a capodanno. Ci siamo riscoperti quasi tutti (o tutti!) un po’ più bestie di quel che credevamo. Abbiamo inventato tante cose belle ed utili, è vero, ma anche la pulizia etnica, le bombe intelligenti, le guerre di religione, la tortura, il razzismo, la mafia, l’ipocrisia fatta sistema e tante altre cose simili.

Ce n’è a sufficienza per vergognarci e magari pensare sul serio che  senso abbia allora la frase: “Auguri per l’Anno nuovo”. E per chi? Cosa  cambierà per i poveri cristi delle bidonville, che abitano nelle periferie della storia infernale di tanti paesi?  E cosa speriamo cambierà per noi nel tempo che abbiamo davanti? Eppure il nostro mondo è “il nostro” tempo, né migliore né peggiore di altri, dove siamo chiamati a vivere; dove esprimere ciò che siamo, sognare, desiderare, piangere, ridere, sperare, lottare, fallire, rialzarsi, protestare, innamorarsi, dove salvare la nostra dignità, dove crescere, in definitiva.

Non è, il nostro tempo, un incidente di percorso, uno sbaglio della natura, e neppure un vago e insignificante scorrere di secondi, minuti, ore e giorni, ma un’occasione preziosa che ci viene data, un tempo propizio per prepararci a “qualcosa d’altro.

È la possibilità di sentire che il nostro attimo è immerso in un disegno meraviglioso, nell’Eterno. Percepire che i nostri giorni vengono da lontano, e sono come frecce scagliate in un domani che Qualcuno conosce meglio di noi.

È il tempo giusto, oltre che l’unico, che ci è dato in dotazione al momento della nascita, per rimboccarci le maniche, per migliorare ciò che ci sta attorno, ma molto più per migliorare ciò che sta dentro di noi, senza piangerci addosso e senza aspettarci che siano sempre gli altri a risolvere i problemi. Non scansare i problemi, ma viverli e cercare di risolverli dentro… anche perché lo sappiamo per fede, e ce ne rendiamo conto, che, visto che di qua giustizia non c’è, in qualche posto ci deve essere, e ne siamo certi,  toccherà anche a ciascuno di noi arrivarci per “essere pesati”, per quello che abbiamo fatto e per quello che non abbiamo fatto e dovevamo fare.

Per questo grazie mille, 2009! E benvenuto 2010! Per il tempo che Qualcuno ci ha donato e per quello che ci concederà. Senza troppe angosce e senza timori eccessivi, ma solo col cuore colmo di gratitudine, di meraviglia e di speranza. Visto che quel Qualcuno… è nostro Padre!   

don Lio de Angelis

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