La Parola della festa: “Giustizia”

Parola della festa«Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai». Così inizia il vangelo di oggi. Trascurare la preghiera è indizio di un rapporto scarso con Dio. Gesù ha già insegnato ai discepoli una formula di preghiera e li ha invitati a rivolgersi a Dio con fiducia e familiarità. Ora li esorta ad una preghiera dal carattere fermo e inarrendevole, senza cedere a stanchezze o scoraggiamenti. È una perseveranza che nasce dalla fede, e chi l’ha è umile e al tempo stesso fiducioso e insistente. Il giudice della parabola è la figura di Dio che deve fare giustizia alla vedova, e questa rappresenta l’umanità.

Questa però, se si scoraggia e si stacca da Dio, rischia di incattivirsi, di perdere la fede e non pregare più. La figura principale non è la vedova che con la sua preghiera ostinata induce il giudice a fare giustizia, ma è il giudice stesso. Il punto culminante della parabola è la certezza dell’esaudimento. Se un uomo cattivo come quel giudice («che non temeva Dio e non teneva in alcun conto gli altri») si lascia, alla fine, indurre a fare giustizia dalla preghiera di una povera vedova, quanto più Dio, che è Padre buono e l’esatto contrario di quel giudice, esaudirà le richieste dei suoi fedeli. Gesù però parla non di una preghiera qualsiasi, di una domanda meschina, ma di una domanda evangelica, importante, fondamentale: «Fammi giustizia». Dammi, Signore, quello che per Te è giusto.

Se si legge la parabola con attenzione ci si accorge che essa insiste non solo sulla perseveranza della preghiera quanto sul comportamento del giudice: la certezza che Dio farà giustizia ai suoi eletti, questo è il centro della parabola. Dio vede e sa benissimo che il mondo è pieno di ingiustizie, rivolte specialmente ai figli che si affidano a Lui. Nell’insistenza della povera vedova è racchiuso tutto il disagio dei buoni e degli onesti, che sulle prime hanno l’impressione che Dio, anziché intervenire, lasci andare le cose come vanno.

Se Dio è un padre amorevole, perché le disgrazie? Se è giusto, perché l’ingiustizia trionfa nel mondo? Ebbene, risponde la parabola, continuate a pregare con insistenza e con fiducia, l’intervento di Dio è certo. Non soltanto certo, ma pronto: «Vi dico che farò giustizia prontamente». Cioè già in questa vita chi vuole può ottenere la giustizia, la santità, tutti i doni che Dio vuole donarci.

Gesù però ci fa un’altra domanda: “Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora fede sulla terra?” Può darsi che alla fine del mondo non ci sia ancora fede, e quindi neanche giustizia, per cui sembra che Dio non ci abbia ascoltati. Anche se per la nostra poca fede, sulla terra non ci sarà ancora giustizia, è sicuro che Dio la farà a tutti i suoi figli in maniera sovrabbondante, sicura e definitiva, nell’altra vita, nella vera vita.

don Lio de Angelis

 

Lascia un commento