Perché l’Anno Santo?
L’8 dicembre si apre l’Anno Santo della Misericordia (8 dicembre 2015 – 20 novembre 2016). Papa Francesco ne ha così sintetizzato lo scopo: “affinché la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia di Dio”.
Parole che richiamano quelle di Giovanni XXIII l’11 ottobre 1962 quando apriva il Concilio Vaticano II, orientandolo in senso pastorale: “Oggi la sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece che imbracciare le armi del rigore… Così la Chiesa cattolica … vuole mostrarsi madre amorevolissima di tutti, benigna, mossa da misericordia e da bontà verso i figli da lei separati”.
Papa Francesco non indice un altro Concilio, ma riforma la Chiesa in senso pastorale, missionario, con la Misericordia di Dio e la condivisione verso i lontani, i più poveri in tutti i sensi.
Bisogna partire dalla convinzione che abbiamo tutti bisogno del perdono di Dio. Il Venerabile dott. Marcello Candia a chi gli diceva che era un santo rispondeva: “Chi ha avuto molto deve dare molto. Io ho ricevuto tantissimo da Dio e dai miei genitori. Se ho ricevuto cento e rendo ottanta, rendo meno di chi ha ricevuto dieci e rende nove”. Il confessore di Madre Tersa, un gesuita, ha detto che la Madre aveva una certa paura della morte, perché diceva: “Dio mi ha dato tanto e io ho corrisposto così poco!”. Papa Francesco, quando un giornalista gli ha chiesto: “Lei chi è?”, ha risposto: “Io sono un peccatore”.
In questo nostro tempo tempestoso, in cui sembra che il male prevalga sul bene in Italia e nel mondo, Francesco vuol estirpare questo modo di vedere: la Chiesa, comunità dei buoni, deve chiudersi in difesa della verità e del piccolo gruppo degli eletti. Il Papa dice e ripete un principio della pastorale missionaria: “la Chiesa in uscita”, i preti e gli operatori pastorali che portano la Parola di Dio ai non credenti e non cristiani, condividono e soffrono i loro problemi e sofferenze, aiutandoli, testimoniando la vita secondo il Vangelo. Questo era lo stile di Gesù e dei suoi Apostoli e discepoli.
Le ideologie atee che nel Novecento hanno prodotto decine di milioni di morti (senza liberare nessun popolo!), comunismo e nazismo, proclamavano tutto il contrario delle Beatitudini di Gesù. Lenin scriveva nel suo Che fare? che le masse dei poveri hanno un’arma formidabile contro i ricchi: l’odio, bisogna odiare con tutte le nostre forze coloro che ci opprimono perché l’odio aumenterà la nostra forza nel combattere per la giustizia.
Friedrich Nietzsche nel suo L’Anticristo scriveva: “Io definisco il cristianesimo l’unica grande maledizione, l’unica grande perversione, l’unico marchio di abominio dell’umanità”. Nel suo libro Così parlò Zarathustra, ha stilato una specie di contro-vangelo al Discorso sulla Montagna di Gesù. “L’uomo – si legge – potrà essere felice solo quando soddisferà liberamente i propri istinti, eliminando i concetti del bene, del male e del peccato”.
Disprezzava la misericordia, i deboli, gli handicappati, le razze indegne della vita, sognava un mondo dominato dai Superuomini che hanno imposto la loro volontà di potenza agli uomini “inferiori, mediocri e comuni”, per cui “lo Stato è in favore dell’individuo più forte (l’uomo eletto che vince l’uomo medio) e della superiorità di razza e di cultura”. Non meraviglia che Nietzsche, messosi al servizio del nazionalismo tedesco, abbia profondamente influenzato il nazismo e la sua nefasta ideologia!