“Camminiamo Insieme” e “Lo Specchio”: risultati del sondaggio
Cambiano e Santena hanno risposto in maniera diversa alla prospettiva di condividere il notiziario con le informazioni da entrambe le parrocchie. Il sondaggio, svolto durante le festività di fine anno, ha visto da parte dei cambianesi una maggiore partecipazione, ma anche più difficoltà a dare a questa idea un significato di crescita. Viceversa, i santenesi hanno dato un consenso pressoché unanime.
A Cambiano sono state raccolte 65 opinioni, mentre Santena si è fermata a quota 37. Un divario è ancor più significativo considerando che Santena ha circa diecimila abitanti contro i seimila cambianesi. Ma cos’hanno voluto dire le due parrocchie? Delle tre domande, quella più spinosa era la prima: “Pensi che un giornale per entrambe le comunità potrebbe arricchire oppure ostacolare la vita parrocchiale?”.
Nessun santenese ha espresso un’opinione negativa: tutte le risposte aprono a una prospettiva di collaborazione. Qualcuno incoraggia a essere “meno campanilisti”; altri allo “scambio di idee e di proposte” e ad “allargare le conoscenze”. Qualcuno dà al notiziario condiviso un compito impegnativo: “Ci si conosce senza false opinioni o per sentito dire”. Alcuni vanno oltre la conoscenza e arrivano al sostegno reciproco: “Partecipare dei problemi comuni”.
Nessun santenese dice di temere che il notiziario unico porti a una parrocchia unica. Viceversa, proprio questo tema inquieta parte dei cambianesi; non è il sentimento prevalente (le opinioni negative sono infatti 25), ma esiste e viene espresso da una parte significativa della comunità, che sente il bisogno di difendere la propria identità. Questa è la parola-spia più profonda tra i dubbiosi: “identità”. Dobbiamo essere sinceri: una parte dei cambianesi patisce ancora un senso di perdita da quando le due comunità, pur mantenendo ciascuna la propria autonomia, sono state poste sotto una guida unica. Emblematica la persona che invoca: “Lasciateci almeno il giornale”. Un’altra persona scrive di “inutile perdita di identità e senza particolari benefici”. E ancora: “Non credo che un giornale aiuti a unire le comunità”. E c’è chi approfitta dell’occasione per scrivere che non ha perso la speranza di avere un parroco tutto per Cambiano.
Per adesso, non è in gioco un cambiamento nello status delle nostre parrocchie, ma la possibilità di gettare un ponte attraverso il notiziario. E anche sulla sponda cambianese i favorevoli sono la maggioranza. Esprimono gli stessi argomenti e le stesse immagini dei “cugini” di Santena: allargare gli orizzonti, buttare giù i muri, ampliare le prospettive. I verbi hanno differenti gradazioni: vanno dalla prudenza (“collaborare”, “conoscersi”) ad approcci più intraprendenti (“scambiare”, “avvicinare”) fino a chi si spende per “integrare” e perfino “unire”.
Le due aree dei favorevoli e dei contrari hanno anche un’ampia zona di contatto, dove il confine sfuma e si perde. Tra i “no”, per esempio, una persona apre comunque il notiziario di Cambiano a ospitare anche fatti importanti di Santena. Sempre tra i “no”, c’è un’opinione che dice: “Si può anche provare a stare insieme; ma a noi piace il nostro giornale”. Anche dalla parte dei favorevoli, diversi parrocchiani chiedono comunque garanzie “che le informazioni della parrocchia di Cambiano non siano trascurate”. Con spirito concreto, un’opinione osserva: “Se il numero di pagine sarà la somma dei due giornali va bene; sennò si rischia di perdere spazio da entrambe le parti”.
Anche i santenesi, del resto, non sono disposti a firmare una cambiale in bianco. Un’opinione mette in chiaro che bisognerebbe lavorare insieme “in modo paritario”. Concetto ribadito da chi parla di collaborazione “sincera” e “che l’una non voglia primeggiare sull’altra”. L’avvertimento più netto è: “Le due parrocchie devono comunque rimanere distinte”.
Mirto Bersani