Svizzera: «genitori addormentati»?
Sono oramai diversi anni che giro l’Italia per tenere conferenze sull’azione del maligno. Ore e ore per cercare di far capire con parole e esempi visivi la metodologia usata da satana in questi ultimi anni per portare i nostri giovani alla perdizione.
Devo dire che le persone presenti alla fine mi ringraziano ma ciò che mi crea dispiacere è di non vedere in queste conferenze la presenza dei genitori o comunque di vederne sempre un piccolo numero.
E allora mi chiedo se questi genitori hanno la più pallida idea di ciò che sta avvenendo nel mondo giovanile e mi chiedo anche se davvero sono interessati alla salvezza dei loro figli, sia spiritualmente che fisicamente.
Intanto mentre loro sonnecchiano c’è chi si dà un gran daffare. Leggiamo questo articolo dal titolo provocante ma che ben presto potrebbe divenire vero non solo a Basilea.
Annalisa Colzi
“MAMMA, ALL’ASILO CI HANNO INSEGNATO A TOCCARCI!”
Una frase scioccante, che mai vorremmo sentir uscire dalla bocca di un bimbo di quattro o cinque anni. Eppure, questa frase potrebbe ben presto essere pronunciata. Infatti, il Canton Basilea e alcuni comuni di Appenzello e San Gallo hanno deciso di introdurre nel proprio programma scolastico delle lezioni obbligatorie di educazione sessuale fin dalla scuola dell’infanzia. Gli insegnanti hanno a disposizione una “Sex-box” contenente tutta una serie di mezzi per meglio illustrare i concetti ai bambini: video ai limiti della pornografia, libri con immagini molto esplicite, peni di legno, vagine di peluche,… I bambini vengono incoraggiati a toccarsi e a scoprire che la sessualità e l’autoerotismo possono dare piacere. Uno dei libri utilizzati si intitola “Lisa und Jan” e contiene frasi e immagini molto esplicite, che lascio al lettore la briga di trovare in rete in quanto poco adatte ad essere inserite in un articolo. La Fondazione svizzera per la protezione dell’infanzia, autrice tra l’altro di un opuscolo per bambini da zero a sei anni in cui si invita a scoprire il gioco del dottore, all’autoerotismo e alla scoperta reciproca di ogni parte del corpo, considera questo libro adatto già per bambini di cinque anni!
Le lezioni di educazione sessuale introdotte dai cantoni di Basilea, Appenzello e San Gallo sono naturalmente obbligatorie: non vi è purtroppo alcuna possibilità per un genitore di dispensare il proprio figlio da questa “materia”. Questa brutta abitudine di delegare allo stato l’educazione di un figlio equivale a togliere ad un genitore la possibilità di discutere con lui di un determinato tipo di tematiche certamente importanti, ma che non vanno trattate già a quattro anni! Tematiche poi che sicuramente sono affrontate meglio e con più tranquillità in seno alla famiglia che non in una fredda aula scolastica, tra risatine dei bambini più scafati e imbarazzi dei più timidi.
Questa sessualizzazione precoce del bambino potrebbe prendere piede in tutta la Svizzera a partire dal 2014 mediante l’introduzione del Lehrplan 21 nella Svizzera tedesca, del Plan d’études romand in Romandia e dei Piani di studio del Ticino nel nostro cantone. Un gruppo di lavoro è attivo sulla tematica e l’introduzione delle lezioni di educazione sessuale obbligatorie fin dalla scuola dell’infanzia dovrà venire poi avallata dai direttori cantonali dell’educazione. La speranza è che essi si dimostrino responsabili e coscienziosi e non aderiscano a questo progetto.
Parallelamente a questo progetto, l’Ufficio federale della sanità pubblica ha fatto elaborare un documento dall’Alta scuola pedagogica di Lucerna che funge da filo conduttore per l’introduzione e lo svolgimento di corsi di educazione sessuale precoce nei cantoni. In tale documento, il bambino è equiparato a un vero e proprio essere sessuale (per info è possibile consultare il sito http://www.amorix.ch e scaricare dal menu “Principi” il documento in francese o tedesco “Educazione sessuale e scuola”, in particolare cap. 4.1).
Inoltre, dietro al paravento della prevenzione dell’AIDS, tramite l’introduzione della legge sulla prevenzione e sulla promozione della salute e tramite la revisione della legge sulle epidemie, la Confederazione sta creando le basi legali per i corsi di educazione sessuale obbligatori a partire dai quattro anni.
Contro queste proposte sono state raccolte quasi 92.000 firme tramite una petizione indirizzata alla Conferenza dei direttori cantonali dell’educazione.
Non vogliamo qui passare per moralisti; semplicemente riteniamo che vi sia un’età per ogni cosa. La prima e la seconda infanzia sono fatte per il gioco e il divertimento, per le storielle sulle api e i fiori, sui bambini nati sotto i cavoli o portati dalle cicogne. Se è vero che il mondo degli adulti è bombardato da stimoli sessuali in TV, sui giornali, al cinema o sui cartelloni pubblicitari, bisogna però avere ancora il coraggio di indignarsi e di porre un freno alla sessualizzazione precoce di un’età spensierata quale è l’infanzia.