«Siamo Cristiani, non scemi!»
Riceviamo e volentieri pubblichiamo queste riflessioni di una parrocchiana. Il testo è giunto il 3 maggio in parrocchia. Ragioni prudenziali hanno indotto la redazione del sito ad attendere che fosse conclusa la consultazione per le elezioni amministrative, onde evitare ogni possibile strumentalizzazione. Altri, in Santena, proprio negli stessi giorni, hanno fatto scelte diverse, seppur anonime.
Ora, prima dei risultati elettorali, ma ormai a seggi chiusi, restituiamo ai lettori queste considerazioni, che riteniamo condivisibili.
La redazione
Cristiani? Per cosa, per dove, per quando?!
Domenica 29 aprile, ore 21: spiegare ad un gruppo di sedicenni cosa significa “fare servizio”.
Mentre parlavo mi venivano in mente alcune recenti affermazioni in cui qualcuno a turno attacca la Chiesa e coloro che aderiscono al credo Cristiano e mi chiedevo: “Cosa spinge questi tredici ragazzi a cercare di capire cosa vuol dire fare servizio, adoperarsi a favore di altri, di rendersi disponibili e di giocarsi forze, tempo e faccia?”.
Viviamo in una società che senza tanti problemi accusa chi (come me) ha scelto di credere. Di credere in Gesù Cristo e di cercare, per quanto possibile con tutti i limiti umani, di dare testimonianza di questo e di prendere esempio da lui per essere suo volto qui. Mi chiedo se queste persone conoscono realmente ciò che deridono, disprezzano e osteggiano o se lo fanno per moda o perché a qualcosa si deve pur andar contro! Mi chiedo cos’hanno dovuto sopportare, cosa li ha feriti così tanto da dover attaccare sempre e violentemente chi sceglie d’essere Cristiano. Mi chiedo perché vogliono essere liberi di non seguire Cristo ma non lasciano liberi coloro che al contrario lo vogliono seguire. Forse mi chiedo troppe cose, ma d’altronde il Cristiano è curioso.
È curioso perché vuole capire ciò che lo circonda in modo da poterlo vivere al meglio. Vuole fare, vuole mettersi in gioco, vuole Vivere.
Spesso si sente dire che i Cristiani devono stare al loro posto, che non devono mostrare il loro credo fuori dal contesto religioso e dagli spazi dedicatigli (a me sembra un pensiero da ghetto!!!)… beh, signori, udite udite, non è così! I cristiani non devono vivere la fede come un’etichetta che possono mettere e togliere quando meglio si crede! La fede fa parte del Cristiano, è caratteristica della persona.
Ebbene sì, il Cristiano è una persona, e lo è anche il Cristianesimo che è fortemente radicato nell’umanità (per chi se lo fosse perso, Cristo si è fatto uomo!). I valori morali dettati dal Cristianesimo sono valori morali che, guarda un po’, ritroviamo anche nella costituzione. I Cristiani, quindi, sono assolutamente chiamati a far emergere il loro essere “volto di Cristo” in tutte le attività che svolgono. Come un uomo molto simpatico può portare l’allegria nei luoghi che frequenta, così anche il Cristiano può portare l’energia della sua fede negli stessi luoghi.
Non è vero che il Cristiano non deve fare politica, non deve mettere parola sui temi sociali, non deve dire cosa ne pensa dell’economia e via dicendo… Il Cristiano deve fare tutto questo e molto altro. Come persona umana e come Cristiano è chiamato a prodigarsi per questo mondo e per questa società. Non dobbiamo vergognarci di Cristo! Che motivazione c’è? Se fa veramente parte di noi deve rientrare in tutto ciò che facciamo, è il nostro modo di vedere il mondo che ci circonda e di reagire ad esso.
Io sono stanca di essere trattata indegnamente, di ricevere accuse ed etichette gratuite solo perché ho scelto che strada percorrere. Non obbligo nessuno a percorrere la stessa strada. Ovviamente, credendoci e pensando alla bellezza di credere in Cristo, lo testimonio ad altri, ma non ho mai obbligato nessuno a seguire questa strada – ci mancherebbe, perderebbe ogni senso. Per fortuna c’è ancora libertà di scelta.
Io ho scelto di essere libera in Cristo. Questo, anche se non viene capito da tutti, non dev’essere motivo di prepotenza. Un paese può essere laico quanto vuole, ma, se chi ci vive, crede in Cristo, è liberissimo di vivere la sua fede all’interno di tutto ciò che decide di fare. L’essere Cristiana non mi oscura la vista, anzi riesce a farmi vedere il mondo con una luce diversa, con una speranza diversa e mi aiuta ancora di più a vedere chi ho davanti in quanto persona umana con problemi, esigenze, limiti, debolezze, forze ed energie, con idee (anche se diverse dalle mie)… insomma, in tutta la sua bellezza di uomo e non attraverso una visione materialista per cui vale solo ciò che hai e che mi dai! Non voglio vedere le persone come oggetti di tornaconto come spesso accade.
Per una persona che crede fermamente in ciò che fa e che si spende per questo progetto, per gli altri, senza obbligare nessuno ad aderire alla causa ma semplicemente regalando ciò che può, lasciando la libertà di scelta e di accoglienza in quanto crede nella potenzialità dell’uomo, sentirsi attaccare continuamente e gratuitamente non è sicuramente gradevole. Non per questo ci scoraggiamo naturalmente (ormai ci stiamo facendo l’abitudine!!!). Siamo Cristiani, non scemi!
Se una persona non è capace di allargare i suoi orizzonti, di superare le differenze, di incontrare l’altro e di rispettarlo, per quanto diverso possa essere, questa persona ha bisogno di aiuto. Questo non vuol dire che tutti devono essere super-amici di tutti, ma che il rispetto va al di sopra di simpatie e antipatie, di accordo o disaccordo agli obiettivi.
Stimo tantissimo quei tredici ragazzi che cercano di capire come vogliono vivere, senza per questo offendere chi percorre altre strade. Queste sono le realtà che mi aiutano ad avere più speranza nel futuro: ci sono persone che aprono il loro cuore e la loro mente senza tanti egoismi… Sono queste le persone che portano avanti il mondo. Ringrazio tutti coloro che con forza e amore cercano di portare luce nuova anche quando davanti si trovano muri e ostacoli di ogni tipo. Grazie.
Alessia Murabito
(io mi firmo perché non ho paura di manifestare le mie idee)