Natale, la nostra “liberazione”
Se c’è un termine che abbia caratterizzato questi nostri ultimi secoli è proprio la parola “liberazione”, anche se poi ha assunto vari significati, più o meno violenti, secondo le culture, causando dei veri drammi umani, che continuano tutt’oggi. Diventare liberi, vuol dire agire e pensare con autonomia, decidere di sé e da sé, godere dei propri diritti, e così via. È la descrizione di quanto è avvenuto e sta avvenendo ancora oggi nel mondo, in un groviglio di polizie, rivolte, uccisioni, cortei trionfali e di tante altre cose belle e discutibili.
Però in tutti questi processi di liberazione, qualcosa è paurosamente rimasto immutato nella sostanza, perché tutti continuiamo ad illuderci che basta “cambiare sistema politico o economico ” perché tutto si risolva. Purtroppo, nell’euforia di liberarci da tutto, ci liberiamo anche della “dipendenza da Dio”, del rispetto per le indicazioni divine ai fini dell’esistenza, ma subito ci accorgiamo che non siamo diventati quello che volevamo diventare. E ci troviamo un po’ tutti nella triste condizione delle liberazioni apparenti e talvolta caduti, come si dice, “dalla padella nella brace”. Ed allora accusiamo i nostri maestri che ci hanno teso una trappola, o il loro rimedio non adatto ed efficace.
Conseguenza? Ci ritroviamo di nuovo schiavi dei nostri limiti, ma specialmente schiavi dell’ingovernabile mare delle passioni inquiete che ci rendono tanto difficile la vita, sia personale che sociale. Così ci sentiamo davvero “Liberi schiavi”, che credono di poter agire da uomini liberi, ma ci sentiamo addosso il fiato di tanti padroni – ira,avidità, egolatria, libido, viltà… – che ci tengono tanto lontani dall’altezza e purezza originarie della nostra somiglianza con Dio.
Ed è qui che arriva il Natale, arriva Gesù a dirci con la sua nascita: “Se rimanete fedeli alla mia Parola, conoscerete la Verità, e la verità vi farà liberi“. E, se tu che leggi, non scopri in queste parole una promessa entusiasmante, di che cosa sei abituato ad entusiasmarti? Di tutte quelle cose fasulle e impossibili che ti promette la gente, il mondo, il maligno, pur di farti allontanare dalla tua felicità e libertà che è Dio?
Gesù si presenta allora a Natale proprio come la Parola di salvezza che merita fiducia, che ci introduce nella Verità, in mezzo a tutte le falsità del mondo, cui siamo troppo appiccicati, verità che ci fa conoscere “come stanno veramente le cose” riguardo a Dio, noi, il mondo, la vita, il futuro. Si tratta della liberazione dalla paura che il mondo finisca, dalla possibilità di riqualificare il nostro modo di vivere (vivere cioè finalmente in un modo serio, completo e da veri uomini, figli di Dio), respirando la paternità di Dio, unica, universale, benigna, continua, nella bellezza delle diversità umane di razza, etnie, stirpe, famiglia, clan, tribù, popolo, nazione. E se respiriamo la presenza di Dio si spezzano allora i nostri limiti, si superano le insofferenze, si amplia l’amore e ci liberiamo del nostro io imperante, carico di pretese e di vanagloria e fonte continua di scontri, di ripicche, sdegni, odi, vendette, guerre…
Questo è il Natale, anche se non ti ho parlato di luci, suoni dolci, panettoni, feste… che dovrebbero indicare la gioia di aver capito quelle cose. Prova a prepararti così, per potere definitivamente uscire dal nostro limite che è solo sapere, avere, godere, patire e morire e ti sentirai sollevato ed avrai la nostalgia di inaugurare nella tua vita una nuova era, proprio quella che Gesù col Natale ci ha portato. Ma tocca a te, volerla, desiderarla con tutte le forze, e Gesù, come un nuovo Ricreatore, ti farà diventare nuova creatura, come hai sempre desiderato, magari senza accorgertene, e inizierà davvero il vero natale della tua esistenza.
Auguri, buon Natale!
don Lio