I seminaristi si congedano: grazie Giuliano!
«Ce la siamo passata… bella!» — Avrei migliaia di cose da dire e centinaia di avventure da raccontare, per non parlare delle decine di persone cui dire cose non dette e qualche scusa certamente da porgere. Mi limito a quest’espressione un po’ insolita e grammaticalmente quantomeno da rivedere, che esprime davvero bene quello che sono stati per me questi due anni a Santena. Dire “bella” dice la grandezza, la profondità e l’importanza di questa esperienza e, insieme, lo stupore nell’ammirare un tale e inaspettato dono. Stupore e gioia che diventano ora fatica e malinconia nel vedere ormai tutto alle spalle e un futuro che ci vede un po’ più lontani. Così sono le cose di questo mondo: iniziano e poi, per quanto importanti e belle siano, finiscono. Tutto cambia se di mezzo c’è il buon Dio, se non si tratta di nostre costruzioni, ma di vere e proprie “avventure nello Spirito”. E così è senza dubbio nel nostro caso perché non ci siamo scelti, ma siamo stati scelti: perché il Signore ha pensato di mandare voi a me e me a voi; lo Spirito Santo ha voluto e guidato questa splendida avventura, ci ha fatto il dono di vivere un pezzetto di vita insieme. E che bella vita!
Guardando indietro a questi due anni non credo sia utile chiedermi che cosa ho fatto per voi, né che cosa voi avete fatto per me, ma piuttosto: che cosa ha fatto il Signore mettendoci vicini? I doni più grandi che credo il Signore mi abbia fatto sono due. Il primo è stato la possibilità di potermi mettere tranquillo, seduto e in ottima posizione, ad ammirare quanto lo Spirito Santo aveva già fatto e continua a fare con la collaborazione di tanti di voi, la possibilità di poter raccogliere lì dove altri hanno seminato con fatica, di vedere il campo di grano biondeggiante pronto per la mietitura; donandomi allo stesso tempo la possibilità di seminare qua e là la sua Parola anche senza vedere frutti.
Il secondo è la straordinaria sintonia con la bella comunità di sacerdoti che avete la grazia di avere qui, così come con il caro compagno di viaggio Iosif, e come con i tanti cui ho avuto la grazia di stare più vicino. C’è una cosa strana: il tempo che abbiamo passato insieme è davvero pochissimo, eppure non esito a parlare più che di sintonia, di vera e propria amicizia. Com’è possibile? Se amicizia non è soltanto divertirsi insieme “d’ignoranza” – come dicono i ragazzi! –, o soltanto il passare tanto tempo insieme, o il raccontarsi tutte le proprie pene d’amore, o un contatto aggiunto su Facebook, ma piuttosto l’aiutarsi a camminare dritti guardando fisso verso la stessa meta, e se questa meta è Cristo, allora qui ho trovato grandi amicizie che non passeranno. E so, ringraziando il Signore, che è proprio così!
Iniziare qualcosa di nuovo non è mai facile, soprattutto se è la prima volta, come nel mio caso qui. La prima esperienza lontano da casa, lontano dalla mia parrocchia in cui sono cresciuto, dove tutti mi conoscono e tutto, o quasi, è conosciuto. Tutte le mie paure sono svanite nel nulla perché qui mi avete fatto sentire a casa, sempre! Non credo ci sia complimento più grande per una comunità cristiana che, pur con tutti i suoi limiti e le sue difficoltà, sa farsi accogliente. Che si dice su Santena? E chissà che si dice a Santena su Giuliano Naso… c’è un video che mi hanno “regalato” in questi anni i ragazzi e che svela la risposta… ma per ridere! In fondo, ciò che conta è ciò che il Signore ha da dire su Santena e su di me, e a questo dobbiamo sempre pensare: come piacere a Lui!
Qualcuno, qualche tempo fa, in un momento un po’ triste mi ha colpito con questa domanda: “Perché te ne vai?”. Forse tanti altri se lo chiedeno. Rispondere vuol dire andare dritto al cuore della mia esperienza qui con voi, della mia esperienza futura, della mia vita, della nostra vita. La risposta? Me ne vado per lo stesso motivo per cui sono venuto e rimasto fino ad ora, per lo stesso motivo per cui è stato così bello stare qui, per lo stesso motivo per cui sono in Seminario , che è lo stesso motivo per cui pur col magone sono certo che la mia partenza sia il bene per voi e per me. Perché me ne vado? Meglio dire: per chi me ne vado? Per Cristo nostro Signore, Amico e Fratello.
Vi lascio con le parole di S. Paolo che di avventure, amicizia vera, e addii se ne intende certo più di me: «Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù dirigere il nostro cammino verso di voi! Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi» (1Ts 3,11-13). Se rimaniamo in Lui e con Lui camminiamo non ci sono addii perché… allora ci si vede! Grazie di tutto a tutti! A presto,
Giuliano Naso