La Rete Mondiale di preghiera del Papa per il mese di giugno

 “Preghiamo perché la comunità internazionale si impegni concretamente nell’abolizione della tortura, garantendo un sostegno alle vittime e ai loro familiari”. 

È l’intenzione di preghiera del Papa per il mese di giugno, diffusa attraverso la Rete mondiale di preghiera del Papa. “Come è possibile che la capacità di crudeltà dell’uomo sia così grande?”, si chiede Papa Francesco all’inizio del suo video mensile : “La tortura non è una storia di ieri”, spiega: “Purtroppo fa parte della nostra storia di oggi”. Oltre a “forme di tortura molto violente”, dice infatti il Santo Padre, “ne esistono nel mondo attuale altre più sofisticate: come i trattamenti degradanti, la deprivazione dei sensi o le detenzioni di massa in condizioni disumane, che tolgono la dignità alla persona”.

Da quando l’attenzione mondiale è concentrata sulla guerra tra Ucraina e Russia, sono tornati alla luce tutti i mali che accompagnano ogni conflitto: malattie, miserie, uccisioni e torture.

Non sono realtà del passato, sono molto presenti in mezzo a noi e purtroppo in molti paesi non sono ancora considerate reato, quindi non vengono condannate. Fortunatamente in Italia è stato introdotto nella legislazione, ma non da tanti anni, solo dal 2017!

Il prossimo 26 giugno ricorrerà la Giornata internazionale delle Nazioni Unite a sostegno delle vittime della tortura, che segna l’entrata in vigore nel 1987 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (una convenzione ratificata da 162 Paesi), approvata nel 1984.

Papa Francesco si è espresso più volte su questo argomento, ancora oggi. Specialmente in molte carceri sovraffollate si continua a torturare le persone. Il Santo Padre  ha detto chiaramente che ogni violenza commessa contro un essere umano è una “ferita nella carne dell’umanità”, come si legge nella Fratelli tutti.

Ogni cristiano deve rendersi consapevole che ogni tipo di tortura è un peccato inammissibile e che ognuno di noi può dare il proprio contributo, anzitutto con la preghiera e dov’è possibile anche con l’azione.