San Espedito è ricordato sul nostro territorio con una nicchia di dimensioni ridotte posta su un muro di recinzione a lato di via Alberassa, in località Tetti Busso. Provvista di porta di chiusura, in origine aveva una statua, poi sostituita con una semplice immagine; attualmente sono presenti sia un’immagine che una statua.
San Espedito appartiene al gruppo dei martiri di MELITENE venerati il 19 aprile. Mancano notizie precise sull’epoca della sua vita e sul suo martirio. Del culto di San Espedito si trova traccia in Sicilia dalla metà del XVIII secolo, specialmente a Messina e Acireale, dove nel 1781 fu proclamato patrono secondario della città e venerato come protettore dei mercanti e navigatori, invocato in generale per il celere disbrigo degli affari.
Nel corso della seconda guerra mondiale, la città di Torino subì numerosi bombardamenti aerei notturni. Gli aerei sorvolavano la nostra zona sia all’andata che al ritorno, lasciando cadere a volte corpi illuminanti e spezzoni incendiari; talvolta arrivavano anche proiettili della contraerea. La gente si ritirava nelle cantine, elevate per necessità al rango di rifugi antiaerei e li, al buio o al lume di qualche candela, si pregava. Una signora intercalava le preghiere dicendo “San Espedito, mandali via” chiedendo al santo proprio l’immediato allontanamento degli aerei.
La nicchia è curata, con lampada e fiori all’interno. Una mensola posta davanti, in basso, consente di mettere fiori o segni di devozioni anche all’esterno.
Carlo Smeriglio