Arriva la nuova traduzione del Messale
Con l’inizio del nuovo anno liturgico la prima domenica d’Avvento, il 29 novembre 2020 entra in vigore per la diocesi di Torino l’utilizzo della nuova traduzione italiana del Messale, che diventerà obbligatorio per tutti dalla domenica di Pasqua 2021. Cambiano piccoli passaggi di alcune formule e preghiere con cui viene celebrata l’Eucaristia. Dopo l’approvazione della nuova traduzione da parte dell’Assemblea generale dei vescovi d’Italia nel 2018, il testo era passato al vaglio della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti e infine aveva ottenuto l’autorizzazione alla promulgazione da Papa Francesco nel 2019.
Le novità introdotte iniziano con il Confesso, che ora suonerà così:
Confesso a Dio onnipotente
e a voi, fratelli e sorelle,
che ho molto peccato
in pensieri, parole, opere e omissioni,
per mia colpa, mia colpa,
mia grandissima colpa.
E supplico la beata sempre Vergine Maria,
gli angeli, i santi e voi,
fratelli e sorelle,
di pregare per me
il Signore Dio nostro.
Altra modifica riguarda il Gloria, nel quale «pace in terra agli uomini di buona volontà» è sostituito con il «pace in terra agli uomini, amati dal Signore»:
Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini,
amati dal Signore.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo…
Ci sono poi le tanto note e attese parole del Padre Nostro: dall’«e non ci indurre in tentazione» si passa al «non abbandonarci alla tentazione». Inoltre, sempre nella stessa preghiera, è previsto l’inserimento di un «anche» («come anche noi li rimettiamo»). In questo modo il testo del Padre Nostro contenuto nella versione italiana della Bibbia, approvata dalla Cei nel 2008, e già recepito nella rinnovata edizione italiana del Lezionario, entrerà anche nell’ordinamento della Messa:
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi
li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Infine, cambia anche l’invito al banchetto eucaristico, ossia alla “Comunione”, che inverte l’ordine delle frasi e suona ora così:
Ecco l’Agnello di Dio,
ecco colui che toglie
i peccati del mondo.
Beati gli invitati alla cena dell’Agnello.
Se queste sono le principali variazioni che riguardano il popolo e quindi dovranno essere “imparate” da tutti, ci sono anche altre modifiche in ciò che viene pronunciato dal sacerdote, ad esempio nelle Preghiere eucaristiche, vale a dire nelle parole della consacrazione del pane e del vino. Oltre ai ritocchi e agli arricchimenti della terza edizione tipica latina, il volume propone altri testi facoltativi di nuova composizione, maggiormente rispondenti al linguaggio e alle situazioni pastorali delle comunità e in gran parte già utilizzati a partire dalla seconda edizione in lingua italiana del 1983.