La Parola della festa: “Pasqua”
“Nel giorno dopo il sabato” è accaduto l’impossibile. Gesù è risorto. Il Dio fatto uomo che torna ad essere prepotentemente Dio. Quel mattino è oggi, e può esserlo per tutta la nostra vita. Perché nella tomba vuota nasce la nostra fede. E proprio Pasqua ci mette alla prova, misura come un termometro l’intensità del nostro credere. “Se Cristo non fosse risorto, sarebbe vana la nostra fede”, ci ha lasciato scritto san Paolo, uno che di fede ne aveva come pochi.
Ci hanno insegnato che Pasqua significa “passaggio”: Gesù che passa da morte a vita. Anche noi passeremo, se lo vogliamo, dalla morte alla vita! Dalla morte spirituale, dovuta al peccato, alla vita eterna che ha già inizio da questa vita terrena!
Questa festa non è facile da capire. Nessuno ha esperienza di risurrezioni. Anzi: tutto contrasta con la risurrezione. Si fa esperienza quotidiana di morte, nelle famiglie si conoscono le lacrime, il distacco, il posto vuoto lasciato da chi non c’è più. Nelle chiese si parla spesso di risurrezione, di speranza, di aldilà, di gioia eterna. Ma non vedremo mai tombe scoperchiarsi e morti rivivere. Pasqua è allora questione di fede. Tutto è iniziato in quel mattino di domenica.
Tutti quelli che hanno creduto alla Pasqua, da Giovanni, da Pietro in avanti, hanno compiuto grandi cose, perpetuando la risurrezione in una catena infinita di gesti e di parole. Quella risurrezione ha tenuto vivo Gesù per sempre e ha dato vita, coraggio, forza a tanti. Anche adesso ci giunge all’orecchio la voce del Risorto: “Non temete”. Ce l’ha lasciata in eredità, perché fosse ripetuta lungo i secoli, e la fede salisse in chi l’ascoltava. Sì, è il caso di credere a quella risurrezione. E di dirci “Buona Pasqua”, perché la Pasqua continua nella fede dei semplici, nella testimonianza e nell’esempio dei giusti, nei giovani più sensibili.
In nome del Risorto, Papa, vescovi e sacerdoti, in ogni angolo della Terra, levano la voce per difendere i deboli dalle prepotenze dei potenti, i poveri dall’avidità dei ricchi, gli afflitti dalle follie dei gaudenti. Contro ciò che nega l’uomo e lo abbrutisce c’è sempre un pastore di Gesù pronto a far risentire le parole della Pasqua: “Non abbiate paura!”.
Questo è l’augurio che ti faccio, dicendoti: BUONA PASQUA!
don Lio de Angelis