Dedicato agli innamorati…
San Valentino è vissuto a Terni tanti secoli fa, ma la sua fama di protettore dei fidanzati ha attraversato i secoli ed è giunta sino a noi. Fu un vescovo esemplare. Spese, infatti, la sua vita per aiutare gli altri: guariva i malati, soccorreva i poveri, era attento ai bambini ed ebbe un’attenzione particolare ai giovani. C’è un episodio che riguarda gli innamorati: due giovani, una ragazza di Terni e un militare romano, si erano innamorati e volevano sposarsi. Ma c’era una grave difficoltà: lei era cristiana e lui pagano. Valentino, vista la sincerità del loro amore, li aiutò a superare le difficoltà e a prepararsi così per il matrimonio. La ragazza purtroppo si ammalò gravemente e il giovane per non staccarsi da lei volle comunque sposarla, nonostante sapesse che la malattia gliel’avrebbe tolta. San Valentino era riuscito a coronare il loro sogno di amore.
Cari amici fidanzati, voi volete chiedere a san Valentino che benedica il vostro amore, e che lo renda forte e bello, capace di resistere alle difficoltà e che vi leghi per tutta la vita. Certo, siete ben coscienti che non mancano i problemi sia nella vita di fidanzamento sia in quella matrimoniale. E forse proprio perché intuite la necessità di un amore saldo, ancor prima di sposarvi chiedete aiuto a San Valentino, perché c’è nell’amore un senso di perennità che dura più dei nostri umori, più delle difficoltà, più di ogni ostacolo.
Sappiamo per esperienza personale che siamo deboli, fragili e non poco egocentrici. Ciascuno di noi è portato a pensare più a sé che agli altri, più al proprio io che a chi ci sta accanto. E guai se lasciamo crescere nei nostri cuori quest’erba velenosa dell’amore solo per noi stessi. È un’erba che cresce in fretta e soffoca anche i pensieri più belli. E, purtroppo, il clima che respiriamo facilita tutto questo: siamo spinti a ripiegarci su noi stessi, a porre al centro il nostro “io”, ad aver paura degli altri, ad aver timore anche di chi ci sta vicino: pensiamo che ci rubano la vita, la felicità. E ci chiudiamo solo in noi stessi. Per questo oggi sembra più difficile di ieri volersi bene, appunto perché è più facile farsi gli affari propri, offendere, odiare, tradire.
San Valentino ci fa comprendere che l’amore è pensare anche all’altro. Se siamo capaci di pensare un po’ meno a noi e un po’ più agli altri, l’amore che viviamo diviene più forte, ci fa capire gli uni gli altri, ci sostiene nei momenti difficili, ci rende pronti al perdono, ci rende più capaci di costruisce un futuro stabile. L’amore che è sbocciato nel nostro cuore ha bisogno di essere riempito di forza dal Signore stesso, ha bisogno della preghiera, ha bisogno della benedizione di Dio. L’amore non è scontato, richiede attenzione, fedeltà, umiltà, pazienza. È come una lingua nuova che va praticata. Sì, dobbiamo praticare la lingua dell’amore, una lingua molto diversa da quella che si parla normalmente nelle nostre città e nei nostri paesi. La lingua dell’amore è quella che parlava Gesù, è la lingua del Vangelo. Accogliete Gesù, ascoltate la sua parola, leggete il Vangelo e gettate le reti dell’amore.
(Da un’omelia di mons. Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni-Narni-Amelia)